L’asma
è una patologia delle vie aeree inferiori caratterizzata da
infiammazione cronica, iperreattività bronchiale e broncostruzione
che si presenta con attacchi asmatici acuti intervallati da periodi di
variabile durata liberi da malattia o con broncocostrizione residua.
Nell’asma allergico la risposta infiammatoria è una reazione da
ipersensibilità
di tipo 1 IgE mediata che si compone di una fase acuta
sostenuta essenzialmente dai mastociti (attacchi asmatici con
irritazione della mucosa edema e broncospasmo) ed una cronica sostenuta
dai linfociti Th1 (infiltrazione leucocitaria della mucosa,
proliferazione fibrosa della tonaca sottomucosa, ispessimento della
parete bronchiale e cronica ostruzione del lume, fin all’enfisema
ostruttivo polmonare nei casi più gravi)
L’iper
reattività bronchiale è dovuta a disregolazione del tono
nervoso
e a fenomeni biochimici.
Il tono nervoso è dipendente dall’attività del parasimpatico, del
simpatico e del NAC, mentre i fenomeni biochimici sono dovuti
all’integrità strutturale dell’endotelio e dalla presenza di
infiammazione.
Il parasimpatico
innerva la muscolatura lisca e la ghiandole della
sottomucosa, ha azione broncocostrittrice
ed è responsabile del tono
bronco motore vagale permanente ad azione broncocostrittrice.
Riceve
afferenze dai recettori
di stiramento del muscolo liscio, dai recettori
di irritazione della mucosa, dai recettori juxtacapillari
alveolari,
dai fusi muscolari
e dagli organi tendinei
e dai recettori del glomo
carotidei e dell’arco aortico.
Risponde per tanto a stimoli riflessi bronchiali irritativi (tosse,
sostanze irritanti, corpi estranei, edema polmonare), di stiramento
(escursioni respiratorie di grande ampiezza) e dai recettori J situati
a livello dei capillari polmonari (broncocostrizione distrettuale da
deficit di flusso) ed a stimoli riflessi
extrabronchiali (ipertensione,
ipossia ed ipercapnia) con broncocostrizione.
L'innervazione
simpatica
è scarsamente rappresentata a livello broncopolmonare, tuttavia la
stimolazione dei recettori
alfa induce broncocostrizione,
ipersecrezione ghiandolare ed incrementa l'iperreattività bronchiale
mentre la stimolazione dei recettori
beta provoca broncodilatazione.
Il NANC
innerva direttamente la muscolatura liscia ed esercita effetto
inibitorio con broncodilatazione a mezzo del neurotrasmettitore VIP ed
effetto eccitatorio, broncocostrittore mediante l'azione della sostanza
P.
L’epitelio bronchiale
anche è coinvolto nella regolazione del tono
bronchiale sia direttamente che indirettamente. La perdita delle ciglia
determina passaggio di sostanze irritanti (altrimenti rimosse dal
movimento cigliare) che possono determinare infiammazione di tipo
irritativo. La distruzione cellulare con perdita di integrità
strutturale determina broncocostrizione per riduzione della funzione di
barriera
fisica e per alterazione
biochimica.
La distruzione
dell’epitelio espone infatti delle fibre nervose C (amieliniche) che
mediano un arco riflesso vagale con contrazione della muscolatura
lisca.
Inoltre le cellule dell’epitelio liberano leucotrieni
ad azione broncocostrittiva ed ossido nitrico, prostaglandina E2 ed
endopeptidasi neutra
ad azione boncodilatativa. In caso di danno mucosale con distruzione
dell’epitelio la mancata produzione di sostanza ad azione dilatativa
determina broncocostrizione.
L’ ostruzione
delle vie aeree è quella responsabile della
sintomatologia disventilatoria ed è causata sia dall’infiammazione che
dalla iper reattività bronchiale.
L’ostruzione della fase
acuta è dovuta a contrazione della muscolatura
bronchiale, edema della mucosa e nelle forme più gravi anche da
ipersecrezione mucosa che può addirittura determinare tappi.
L’ostruzione della fase
cronica è irreversibile ed è causata da
modificazioni permanenti dei bronchi quali ispessimento della membrana
basale ed ipertrofia della muscolatura liscia.
Gli attacchi asmatici possono essere causati oltre che dall’esposizione
all’allergene anche da:
Esercizio
fisico: l’iperventilazione induce una perdita di calore e
di
umidità delle vie aeree che determina disidratazione la quale stimola i
recettori vagali (asma da sforzo). Si verifica generalmente in seguito
ad attività sportiva di tipo aerobico (80% del massimo della frequenza
cardiaca) a 5-10 minuti dall’inizio dell’attività fisica e di
solito
si risolve dopo 15-30 minuti
dalla cessazione dell’esercizio.
Infezioni
delle vie aeree: le infezioni, soprattutto quelle di tipo
virale causano risposta infiammatoria con leucociti e eosinofili che
determinano bronco ostruzione per edema e rilascio di sostanze ad
azione broncocostrittrice ed inoltre alterano la struttura
dell’epitelio bronchiale con ulteriore broncocostrizione per
esposizione delle fibre C e carenza di bronco dilatatori (vedi sopra).
Fattori
irritativi ambientali: aria fredda e umida, fumo di
sigaretta,
smog, gas di scarico stimolano i recettori irritativi parasimpatici e
possono determinare flogosi irritativa.
Fattori
emozionali: presenti
soprattutto in soggetti ansiosi, gli stress emozionali determinano
iperventilazione che stimola i recettori vagali. L’ansia legata alla
paura dell’ascesso asmatico può determinare l’attacco asmatico che a
sua volta aggrava l’ansia (circolo vizioso).
Reflusso
gastroesofageo: stimoli irritativi della mucosa esofagea
quali
si verificano per reflusso acido determinano riflesso vagale
volto alla
contrazione della muscolatura liscia dello sfintere esofageo per
impedire il passaggio di acido in esofago, che può in via collaterale
determinare anche contrazione della muscolatura liscia bronchiale.
Inoltre il materiale
refluito nell’esofago può essere aspirato nelle
vie aeree determinando irritazione.
L’attacco asmatico può essere di gravità variabile da lieve con solo
una
modesta tosse stizzosa a quadri gravi addirittura apnoici.
Le
manifestazioni
cliniche dell’asma sono dovute alla broncostenosi che è
responsabile della triade dispnea, tosse e sibili.
La dispnea è
prevalentemente espiratoria, associata a tachipnea, allungamento
della fase espirazione e costrizione toracica, ed intervento dei
muscoli respiratori accessori.
La tosse
inizialmente è stizzosa e non produttiva, diviene in seguito
produttiva.
I sibili
sono rumori dovuti alla difficolta del passaggio
aereo e sono udibili soprattutto in espirazione.
A questi si possono associare altri sintomi quali cianosi del prolabio e delle
estremità, segni
cardiovascolari con tachicardia e polso paradosso, sintomi generi con
astenia malessere generale.
Alla fine dell’attacco
è di solito compare tosse
produttiva con
espettorazione di tappi di muco a stampo (spirali di Curschman).
All’osservazione,
durante l’attacco asmatico il paziente appare
sofferente e dispnoico, con costrizione toracica e rientramento degli
spazi intercostali e sovraclaveari per intervento dei muscoli
respiratori.
Il reperto plesso
acustico evidenzia riduzione del FVT,
talora anche abolizione, iperfonesi ed abbassamento delle basi, rumori
aggiunti tipo fischi e sibili, talora silenzio auscultatorio.
Durante le fasi inter
critiche il paziente può essere asintomatico e
l’esame obiettivo negativo, talora è possibile riscontrare reperti
auscultatori di tipo sibillante con l’espirazione forzata e l’ansimare.
Nei casi gravi con ispessimento della parete bronchiale si ha una
bronco costrizione residua con sintomatologia e reperti obiettivi come
l’attacco acuto ma più lieve e costanti.
Alla valutazioni clinica va affiancata la valutazione spirometrica
che
consente di valutare il grado di bronco costrizione tramite la
valutazione del FEV1 (massimo volume espiratorio al I secondo) e del PEF
(picco di flusso espiratorio).
L’esame spirometrico
può essere eseguito anche dopo stimolazione (metacolina o istamina via
aereosol) per valutare l’iper reattività bronchiale.
Oltre ad una
riduzione del PEF i soggetti asmatici mostrano un plateau a discesa
più
rapida.
Nelle forme più gravi può essere utile anche l’emogas analisi
per valutare l’ossigenazione del sangue.
Oltre alla valutazione della funzionalità polmonare vanno ovviamente
eseguiti i test
allergologici per l’identificazione dell’allergene
scatenante.
Sulla base della clinica e delle misurazioni spirometriche si identificano
quadri clinici di differente gravità:
Asma
intermittente: sintomi diurni meno di una volta a
settimana con riacutizzazioni di
breve durata; sintomi notturni meno di 2 volte al mese; periodi inter
critici liberi da sintomi;
FEV1 >80%.
Asma
lieve persistente: sintomi diurni più di una volta a
settimana ma non tutti i giorni; sintomi notturni più di 2 volte al
mese;
FEV1 >80%.
Asma
medio persistente: sintomi diurni quotidiani con necessità
di utilizzare β2 agonisti con
riacutizzazioni interferenti con le normali attività quotidiane;
sintomi notturni più di 1 volte al settimana;
FEV1 tra 60 ed 80%.
Asma
severo persistente: sintomi continui con frequenti
riacutizzazioni, che peggiorano la qualità di vita; frequenti sintomi
notturni;
FEV1 < 60%.
Come in tutte le allergie la terapia
prevede, quando possibile
l’eliminazione del fattore scatenante ed eventualmente l’immunoterapia
specifica (desensibilizzazione con somministrazioni controllate di dosi
crescenti di antigene).
La terapia delle manifestazioni cliniche prevede l’impiego di
broncodilatatori (β2
agonisti) e corticosteroidi
per via inalatoria per
controllare l’attacco
acuto e terapia antiinfiammatoria
(cromoni e
corticosteroidi) per ridurre il processo infiammatorio alla base della
malattia.
Negli attacchi acuti gravi
si rende necessario ossigeno e β2
agonisti e corticosteroidi per via sistemica.